INTERVISTA TRATTA DAL SITO DI WWW.OSTEOPATIA.IT
Ho lavorato nel mondo degli sport motoristici per 5/6 anni .
Infine iniziai a lavorare in formula 1 seguendo il team
Renault nei test ed in alcune gare, allora i piloti del team erano Jarno Trulli
ed un giovanissimo Fernando Alonso.
Tutto questo alternandolo agli studi ed al lavoro privato
che svolgevo e svolgo in parte in un centro specializzato nella gestione
dei piloti automobilistici e
motoristici oltre che di altri sport come tennis ginnastica ecc.
Centro dove l’atleta viene gestito a 360 gradi, dall’aspetto
atletico, psicologico, alimentare, e terapeutico.
L’anno seguente seguii Jarno nel team Toyota per tutto il
campionato ( gare ,allenamenti,ecc in giro per il mondo).
1-
Il percorso atletico del pilota varia come per
tutti gli atleti e come tutti ha bisogno di più di una figura professionale, io
in quel periodo mi occupavo in generale della preparazione atletica,massofisioterapia
, e osteopatia, poi c’era il medico che seguiva l’aspetto alimentare
Dal punto di vista Osteopatico il mio ruolo
era diverso a seconda del momento, all’inizio stagione l’obiettivo era portare le strutture Biomeccaniche in condizione di permettere
al pilota di beneficiare al massimo della preparazione atletica generale,
questo tipo di lavoro poi continuava anche nei periodi in cui si avvicinava
l’inizio del campionato dove l’impegno biomeccanico era più specifico.
Per intendersi il lavoro del pilota
coinvolge tutta la struttura ma in maniera molto isometrica, eccetto parti come
il collo,le braccia e i piedi ( strutture che cmq non devono sviluppare grandi ampiezze di movimento).Il lavoro manuale
deve essere sinergico a quello del preparatore , vedi per esempio quando in
occasione di alcuni gran premi il cui
circuito ha una direzione antioraria a differenza della maggior parte
dei circuiti, in quelle circostanze occorreva preparare le strutture più
coinvolte sia atleticamente che manualmente alla sopportazione delle forze a
cui la velocità le sottopone, ricordo che nonostante l’intervento preventivo il
lavoro manuale in quelle circostanze aumentava.
Durante la stagione agonistica poi oltre a
monitorare la struttura muscolo scheletrica occorreva tener presente di tutte
le problematiche derivanti dagli spostamenti aerei, da precisare che il pilota
ma tutto lo staff a lui vicino arriva a fare anche oltre i 50 voli in 8/9 mesi,
e vi garantisco che non è un fattore da poco sia a livello fisico che mentale
,( anche per l’osteopata .)
Jet lag (disritmia), alimentazione diversa,
letti diversi,ecc sono solo alcuni delle problematiche che vanno a sommarsi a
quelle dei comuni atleti.
In questi casi l’utilità dell’Osteopata può
essere molto utile,alcuni piloti apprezzavano molto alcuni approcci di tipo
cranio sacrali per beneficiare e facilitare il sonno prima della gara o durante
le giornate dove il jet lag si faceva sentire con più insistenza, vice versa
molto importante il lavoro più dinamizzante pregara o preallenamenti sulle
strutture connesse con il sistema ortosimpatico.
L’interesse per l’automobilismo e
l’osteopatia è stato casuale e lo devo in parte ad un collega che tutt’ora
lavora in F1, dico casuale perché non sono mai stato un amante
dell’automobilismo, il mio primo gran premio intero l’ho visto dai box e per
essere sincero dall’interno è stato molto diverso e più coinvolgente, da qui
dall’incontro faccia a faccia è nato il mio interesse .
2-
Gli episodi che mi vengono in mente sono
molti non uno in particolare, tra cui le sessioni d’allenamento che venivano
svolte in paesi di solito molto belli come per esempio le Maldive o San Moritz
momenti di allename nto e lavoro dove le tensioni del campionato calavano e si
vivevano più serenamente i rapporti fra lo staff ed i piloti.
L’anno in cui si organizzò il
training alle Maldive e l’inverno a San Moritz fù veramente bello perché concomitante
a quell’anno il pilota Jarno ed il team Toyota ottenne numerosi podi e da team
fanalino di coda si piazzò al 4
posto alla fine del campionato( miglior risultato di sempre), questo per
spiegare l’umore con cui abbiamo vissuto quei periodi in quei posti.
Sicuramente Jarno è il pilota con
cui ho vissuto più a contatto.
Ricordo piacevolmente anche
Giorgio Mondini giovanissimo che vinse il campionato di Reanault v6 una
categoria che permetteva la visibilità a quello che oggi chiamano gp2, lui mi
chiedeva sempre le tecniche cranio sacrali le sere prima delle gare e prima di dormire , a suo dire gli
conciliava il sonno altrimenti disturbato dalla tensione pregara.
3-I disturbi più frequenti sono quelli che coinvolgono il collo e tutta la zona del
tendine centrale che spesso
tendono a ripresentarsi od a svegliarsi visto che quasi tutti i piloti nella
loro carriera sono andati incontro a colpi di frusta o qualche incidente.
4 All’inizio quando io ed il mio collega fummo introdotti nell’ambiente
penso che non ci fossero Osteopati,
in una circostanza il medico responsabile della formula 1 ogni hanno
organizzava un incontro con tutto lo staff medico sportivo dei vari team, lì ci
conoscevamo e presentavamo il proprio curriculum, bene rimanemmo sorpresi della
sorpresa del medico che da buon Inglese inizialmente ci snobbò poi ammise che a
confronto di altri medical team
eravamo ben preparati a differenza di alcuni che non avevano credenziali ne
come osteopati ne come fisio ne come preparatori , vi erano alcuni che avevano addirittura
degli attestati come Preparatori di body building , di provenienza inglese e tedesca.
Adesso penso che sia un po’ cambiato.
5-Una volta ho partecipato come
passeggero a fianco di Jarno a Nurburgeing ( un autodromo), con una Ferrari gt,
si quello è stato un episodio che non scorderò infatti non ne ho più ripetuti,
la velocità è bella ma nonostante fossi in piena sicurezza vi garantisco che
l’esperienza è molto forte , lì in quella circostanza capii quanto talento
hanno i piloti di quel rango.
6-No non colloboro più
direttamente in pista con i team ne con i piloti se non da privato , strada che
poi ho deciso di prendere per motivi professionali , penso che lavorare nel
privato e in special modo con bambini sia più evolutivo per il mio modo di
essere di adesso ,niente di personale
con quel mondo e con quel tipo di persone e di attività( è stata una bellissima
esperienza che non capita tutti i giorni) ma alla fine lavori solo e sempre con
le stesse persone e ti confronti con le stesse problematiche, alla fine dopo la
bella esperienza volevo evolvere professionalmente in maniera diversa poi chissà.....